l'alga killer |
Ora, dìo io, è
vero che voi ciavete la pandemia, e a noi pesci ci dispiace un branco,
soprattutto a me perché io a’ mi’ amici òmini ni vollio un fottio di bene,
speciarmente a’ livornesi, ma anche vì da noi un credete che siin tutte rose e
fiori.
Pensate che da un anno a questa parte, s’è presentata un’arga killer che c’impesta dappertutto. Ci si ritrova nel letto, ner piatto ‘ndove si mangia, ne’ carzini e perfino nelle mutande, chi le porta e chi un le porta se la ritrova attaccata a’ tarzanelli… come un sai cosa sono i tarzanelli? Allora… apro parentesi: dicesi tarzanello quell’ammasso rotondeggiante che a vorte si trova attaccato ai peli che circondano lo sfintere dadiàto all’emissioni corporali.
Ma ritorniamo a noi. Avrai ‘apito che si tratta d’un’arga dimorto noiosa, peggio delle zecche, artro che mucillaggine! La mucillaggine dell’Adriàtio a confronto doventa un’aiola di posidonia. E poi un sente seghe! Ha impestato tutti i mari der mondo, dallo scoglio della regina all’atollo di Bikini, dalla spiaggia de’ Tre Ponti a quella di Tahiti.
È un’arga
tonda, tutta ricoperta da dell’artigli e che si abbarbica a tutto vello che
trova e un c’è versi di levaccela, nemmeno colle bombe.
Ci s’è provato
Beppe, ir porpo della vegliaia, che colle su’ ventose risucchia di tutto e ti
strappa anche i capezzoli, se te li pillia. Anche Gangillo, ir mi amio colla ‘asa
sviaggiante, che colla scusa d’andà a giro (d’artronde cor camper pole andà
dove ni pare e quando ni pare), ha provato a vedè se n’andava dietro, macché! Perfino
Sardanapalo, ir mi amio squalo che mangia di tutto da’ bidoni della spazzatura
alle targhe dell’atumobili e poi ci beve dietro un ber gotto di petrolio dell’Emirati
Arabi; cià de’ denti che un ve lo sto nemmeno a di’… o, un c’è versi. Morsi
storci di ‘ollo, pedate ne’ denti: un si trova ir verso di levacci vell’arga da’
‘oglioni. Sembrava che cor cardo l’avesse avuta e ‘nvece appena ha riominciato
a rinfrescà, rieccotela a ‘mpestacci in tutti i bùi.
Ma un è anche
tutto! Sempre Nettuno ha deciso di divide ir mare in zone colorate così dove di
arga ce n’è di più l’ha chiamata zona rossa e si deve sta’ rinchiusi in tana
senza mette fori un baffo; dove ce n’è un po’ meno, ma sempre un ber po’, l’ha
chiamata zona arancione e allora lì si pole mette magari ir muso fori dall’uscio,
ma più di lì un si va; eppoi c’è la zona gialla, ‘ndove si po’ andà anche un po’
a giro ma senza esagerà e sempre colla mascherina sur muso.
Noi, da Bocca
di Magra all’Ombrone s’era gialli, ma da oggi, un si sa perché, siamo diventati
arancioni, così ci si rinfila in casa a avvizzì! Io dìo: nel lago di Garda, ce
n’hanno 4 vorte più di noi, di vell’arga, eppure loro sono rimasti gialli;
perfino ner gorfo di Napoli, a Ventotene e nella laguna di Venezia ce n’è più
che da noi, ma anche loro sono rimasti gialli.
Io un ci ‘apisco
una sega: noi ci se n’ha un ber po’ è vero, ma sempre meno di loro, e allora perché
un fanno doventà arancioni anche quelli che ce n’hanno più di noi?
Mi garberebbe
domandallo a Nettuno ir criterio che hanno adottato.
Tutti si
lamentano e doventano gialli, noi si sta zitti e si doventà arancioni. Ma un
sarà mia che chi un piange un ha puppa? E allora piangiamo, lamentiamoci anche
vì ner Tirreno (o mar Ligure che sia) e vediamo cosa succede.
O intanto buon
San Valentino a tutti e un abbraccio… da lontano e quest’artra vorta si ragiona
di vaccini, che pare siano ir toccasana, ma io ci credo pòo!
La vostra
amìa Triglia, 14 febbraio 2021
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